VIAGGIO TRA SETTE DIMORE
di Laura Leonelli (2016)

Attira come un faro nella notte quella tenda di velluto rosso che alla fine di un corridoio indica la via per uscire dal buio di stanze chiuse, e prima di conquistare la luce impone agli occhi il colore del sangue, della nascita e della guerra. Inizia così, con una sontuosa carrellata, Ultimo Domicilio, il nuovo libro di Lorenzo Castore, a cura di Laura Serani, autentico viaggio di riflessione fotografica e inquietudine cinematografica, tanto gli spazi si fondono, attraverso sette dimore dall’Europa all’America. Sette indirizzi, ultimi nel senso di estremi, totali perché in grado di contenere tra quelle mura e gli oggetti che vi abitano – gli uomini sono fantasmi– il senso di un’intera vita. E che questo volume sia una sorta di atlante domestico per ritrovarsi e prepararsi ad affrontare le intemperie fuori dall’uscio, lo conferma il verde scuro della copertina, verde severo d’altri tempi, verde di velluto, di mare e di bosco.

Al mare di Finale Ligure appartiene il palazzo della famiglia Raymondi, aristocrazia militare dal XVI secolo, in simbiosi con la storia d’Italia, e dall’ombra di saloni e cantine emergono l’autografo di Carlo Alberto, re di Sardegna, ospite nel 1836 di queste stanze, una statua di Garibaldi, il profilo di Mussolini sulla copertina di un giornale, un modellino di veliero, una maschera funeraria, un pettirosso impagliato. Su una scrivania i libri, sdraiati come in uno scavo archeologico, accompagnano lo stratificarsi delle esistenze, dal Don Quijote al Nuovo Codice di Procedura Criminale a Toi et moi di Paul Géraldy.

Anche Giacomo e Maria Castore, nonni dell’autore, sono i protagonisti di lunghissima storia italiana nella loro casa di Via Masaccio a Firenze, e le fotografie di famiglia sorprendono la regalità di una coppia, toi et moi per oltre cinquant’anni. Ma al sopraggiungere della morte tutto svanisce, inizia il trasloco e dai muri, come da un corpo che velocemente si spegne e non ricorda più, scompaiono i quadri. Al loro posto sulle pareti, un rettangolo chiaro, quasi un foglio di carta fotografica prima di svelare il suo segreto nello sviluppo.

Sembra infatti che alcune case – sconvolte dalla violenza a Sarajevo, “in esilio” a Brooklyn, nel calore accecante di una finestra in contro luce a Fontenay Mauvosin, di passaggio a Cracovia – siano esse stesse macchine fotografiche o cineprese, nate per trasformare in immagine corpi e sentimenti. E a queste dimore appartiene sicuramente la casa della famiglia Bertolucci, da Bernardo, padre di Attilio, a Bernardo e Giuseppe, figli di Attilio e Ninetta. Una porta di legno, dalle venature antichissime più forti di ogni geometria, invita a riprendere fiato dopo la lunga passeggiata nei boschi che circondano Casarola, sull’Appennino parmense. Oltre la soglia “uno stupore prende le cose”, scriveva Attilio Bertolucci, e la luce che irrompe riporta in vita la pietra del pavimento, l’intonaco dei muri, il vimini dei cesti, il castagno del tavolo e delle sedie. Casa di poeta perché è la poesia – leggera come l’acquerello steso da Eugenia…. su alcuni dettagli delle fotografie – che salva “dai gorghi bui del sonno”. Casa di regista perché il cinema di Bernardo Bertolucci nasce qui, in un primo 16mm a sedici anni tra le rocce di un ruscello, il fumo dei comignoli, una bambina con le scarpe della festa, un contadino che si asciuga il sudore, una macchina che spunta da una curva. È già il cinema in movimento dell’autore di Ultimo Tango e L’ultimo imperatore, irrequieto anche negli interni, sontuoso anche se nato alla scuola del cinema povero. E alla memoria di Casarola e della sua famosa camera da letto forse appartiene pure l’immagine di Adriana Asti, bellissima in Prima della rivoluzione, seduta su un letto grande, antico, un letto da genitori. Intorno a lei si stende una corona di fotografie, come un gioco di carte o di tarocchi. Nel cuore della casa-cinepresa il passato illumina il futuro e dopo aver girato l’ultima carta e l’ultima scena si esce al mondo, “le mani in tasca, gli occhi sull’universo”.

Lorenzo Castore. Ultimo Domicilio, pag. 106, € 45, L’Artiere Edizioni, Bentivoglio (BO)

 

di Laura Leonelli

Domenica – Il Sole 24 Ore – 13 marzo 2016